ALGHERO – E’ chiaro ed evidente che il presente, visti gli accadimenti romani, e il futuro nella politica italiana vanno oltre i classici steccati. Un ipotesi non nuova e già avanzata più volte negli approfondimenti dei vari media. La profonda crisi, devastante in Sardegna, ha acuito tale eventualità in connessione al fatto di superare antiche litigiosità tra partiti e leader politici. Ma se qualcuno questo percorso lo interpreta per fini elettorali e unicamente di mantenimento di posizioni di potere, forse non ha capito la portata del cambiamento. Su questo nuovo sentimento, è inutile nasconderlo, ha influito, eppure molto, l’avvento di Grillo. Al netto dei numerosi aspetti poco condivisibili (a partire dalla “democrazia web e delle scelta degli amministratori locali, spesso da “marziani”), il movimento 5 Stelle ha ridato valore alle vere esigenze del popolo.
Un fattore che era già evidente nelle piccole comunità. Mentre in luoghi, diremmo, a metà strada tra il paese e la città, come Alghero, questo fenomeno ancora stenta a decollare o comunque solo da poco se ne percepiscono gli effetti. Uniti (veramente) per il bene del territorio. Basta con le bandiere di partiti nazionali che usano il territorio unicamente per far eleggere parlamentari e consiglieri regionali. Certamente i legami con Cagliari e Roma sono sempre essenziali ed importanti, ma è palese che sia arrivato il momento di un vero scatto d’orgoglio della politica cittadina.
Alcuni esempi, che sbaragliano gli “schemi classici”, ci sono. E ovviamente, allo status quo, sempre trasversale, fanno paura. Uno su tutti il fronte comune sulla sanità che ha visto recentemente sullo stesso tavolo i maggiori partiti politici. Pd, Forza Italia, Ncd, Psd’Az, Fdi e anche movimenti civici come Azione Alghero e altri in procinto di definirsi tutti insieme per difendere il territorio. Ma non solo sanità. Anche su tematiche, su cui è necessario, come abbiamo detto nell’editoriale di apertura, “guardare verso l’alto”, quali il porto e l’aeroporto, pare ci sia la volontà di andare oltre arcaiche contrapposizioni che hanno prodotto solo un drammatico impoverimento del territorio. Finita, anche per mano del famigerato Ppr di Soru, la spinta dell’edilizia, è chiaro che nella Riviera del Corallo è mancato un nuovo disegno di alto respiro che potesse veramente garantire benessere alle famiglie algheresi.
La Politica può e deve ritrovarsi intorno ad un tavolo per affrontare le grandi tematiche del territorio. Non c’è più tempo da perdere. Come dicono, a parole, Pigliaru, Renzi, ma un po’ tutti, “si devono attrarre subito importanti investimenti per realizzare opere pubbliche e private”. Olbia e Cagliari stanno correndo. La Riviera catalana deve fare fronte comune con Sassari, e anche tra i rispettivi leader politici di spessore, e ripartire per ridare finalmente speranza al Nord-Ovest della Sardegna e ai suoi abitanti, sardi.
Nella foto Tavera (Psd’Az), Salaris (Ncd), Tedde (Fi) Salis e Daga (Pd) e Pais (Fi) alla partecipata di sabato scorso in difesa della sanità algherese
Stefano Idili