ALGHERO – Il Consiglio comunale, oggi, è chiamato a discutere il Programma di conservazione e valorizzazione della Bonifica. In una precedente nota abbiamo espresso le nostre perplessità in capo a questa proposta, alla quale abbiamo conseguentemente proposto alcuni emendamenti a nostro avviso migliorativi e che saranno discussi in aula. In questi giorni la discussione è stata animata da diversi incontri nei quali hanno partecipato tecnici, abitanti e gli agricoltori delle terre oggetto di questa variante urbanistica. Dopo aver visto i video disponibili e letto le posizioni emerse, ci sembra opportuno ribadire la nostra posizione che porteremo in aula. Stante i dubbi sull’efficacia e legittimità del provvedimento in discussione, legittimità avvallata dalla Giunta regionale ma per la quale, a nostro avviso, permangono seri e concreti vizi, vogliamo ribadire la necessità di modificare un approccio prettamente edificatorio in un programma che dovrebbe essere mirato allo sviluppo del comparto agricolo.
E’ doveroso, anzitutto, chiarire che la vocazione agricola di questa porzione del territorio algherese deve essere salvaguardata e valorizzata. Altri usi e destinazioni possono solo accontentare appetiti di speculatori e di chi, nell’agro, non ha alcun interesse a sviluppare l’impresa agricola. Nel testo in approvazione, ma anche in alcuni emendamenti proposti da altre forze politiche, è stato citato il concetto della “multifunzionalità” ma che, a nostro avviso, è utilizzato in modo improprio, per puntare “tra le righe” ad un uso in chiave turistico ricettivo del territorio della Bonifica. Infatti, questo Piano parla di tutto meno che di agricoltura. Non aiuta e non stimola gli agricoltori esistenti a fare sistema, a creare le condizioni per cooperare, trasformare, promuovere e commercializzare i prodotti attraverso, per esempio, la multifunzionalità che dovrebbe essere un tema centrale nello sviluppo aziendale delle imprese agricole. Sono tanti gli autori che hanno affrontato il concetto e la pratica della multifunzionalità, in Italia e in Europa. Le attività e le pratiche specifiche a cui si fa riferimento sono i metodi di produzione a ridotto impatto ambientale, le certificazione di origine (Es: DOP; IGP), i prodotti tradizionali, la vendita diretta, l’estensivizzazione, gli agriturismo, la conservazione del paesaggio, la conservazione della biodiversità, i noli attivi, gli affitti di terre ed edifici aziendali e la trasformazione in azienda e, ancora più importante visti gli svariati finanziamenti disponibili e la crescita esponenziale nel mercato europeo e mondiale, la certificazione di processo/prodotto biologico. Ad oggi le previsioni inerenti questo mercato vedono una crescita in Europa, così come negli Stati Uniti e fino al 2025 ad un tasso annuo (CAGR – Compound Annual Growth Rate) variabile fra il 6,7% e 7,6%. Questa percentuale corrisponde a circa il triplo del ritmo di crescita previsto in generale per i consumi alimentari. Nel decennio dal 2005 al 2014, il valore delle vendite al dettaglio di prodotti bio è passato da 11,1 miliardi di Euro a 24 miliardi di Euro, con 10,3 milioni di ettari dedicati a tali coltivazioni.
I prodotti lattiero-caseari bio variano dal 5 al 10% del mercato totale in Austria, Germania, Olanda, ma quello del latte ha già superato il 15% delle vendite totali in Austria. La Germania rappresenta un terzo del valore totale dei consumi bio (7,9 miliardi di Euro), seguita dalla Francia (4,8 miliardi di Euro), paese che registra tassi annui di crescita del 10%. Per quanto riguarda i finanziamenti Europei inerenti questo mercato poi, ci preme sottolineare che tra il 2014 e il 2020, oltre 100 miliardi di euro saranno investiti nelle zone rurali dell’Unione europea per contribuire a soddisfare le sfide della coltivazione del suolo e la qualità dell’acqua, la biodiversità e il cambiamento climatico ed almeno il 30% del bilancio Programmi di Sviluppo Rurale ‘dovranno essere stanziati per le misure agro-ambientali, il supporto per l’agricoltura biologica o progetti associati a misure di investimento a basso impatto ambientale o l’innovazione. [Fonte: Commissione Europea Agricoltura e Sviluppo Rurale]
Tante opportunità dunque, che se sviluppate, possono migliorare la redditività familiare e aziendale. Sono questi i temi da sviluppare per creare opportunità di innovazione alle nostre aziende agricole, che di agricoltura si devono occupare e non certo di turismo a basso costo. E’ interessante osservare che la filosofia, la direzione e la sostanza di questo piano, fatto dal cosiddetto centro sinistra, siano praticamente identiche a quelle della precedente maggioranza di certo destra. Questo, oltre ad essere curioso, denota una inquietante omogeneità di intenti e di soluzioni, con il risultato di individuare nel mattone, nei servizi, e nel miraggio di creare un mercato che si appoggia su una falsa economia intesa erroneamente come turistica. Turismo che invece è affamato di produzioni di altissima qualità, di tipicità e di km zero. Di certo, vogliamo evitare che vengano create false aspettative e illusioni a chi vive l’agro, sia con procedure tanto sperimentali quanto di dubbia legittimità, sia con miraggi di un’economia legata al turismo e al mattone tanto insostenibile quanto effimera.
Graziano Porcu
Roberto Ferrara
Portavoce 5 Stelle