ALGHERO – “I generali conquistatori dopo aver bombardato un città si facevano accompagnare, a bordo di una camionetta, dai “collaborazionisti” locali per verificare di persona se davvero le bombe avevano distrutto tutti gli obiettivi sensibili. Allo stesso modo Massimo Zedda, l’erede designato di Pigliaru, è venuto ad Alghero per un giro fra le macerie e verificare se davvero i colpi dei suoi amici in Regione sono andati a segno”. Cosi il Partito Sardo d’Azione di Alghero che commenta la tappa algherese di ieri del candidato di Centrosinistra alla Regione Massimo Zedda.
“Ed alla fine della mattinata, trascorsa con sindaco e candidati ( pochi ) del Centro sinistra, evitando accuratamente ogni contatto con la popolazione locale, ha verificato che si, gli obiettivi sono stati tutti centrati dalle bombe provenienti dalla sua Cagliari. L’aeroporto di Alghero, deserto, è stato il primo luogo simbolo della distruzione. Zedda avrà pensato, soddisfatto, che invece quello di Cagliari va benissimo, proprio grazie ai voli low cost strappati ad Alghero e che, tutto sommato, con un po di controinformazione, avvallata dai soliti collaborazionisti locali, potrebbero bastare un po di annunci ed altrettante promesse, per tener buoni fino alle elezioni questi rompiscatole algheresi”.
“Poi è passato sulla incompiuta 4 corsie Alghero-Sassari-Olbia. Anche qui avrà pensato alla bravura con la quale la Regione sua amica è riuscita a tenere ferma l’opera del nord per concentrarsi meglio sulla viabilità della sua “città metropolitana” e della 131, naturalmente da Oristano in giù. In questo caso poi la baraccopoli messa su dal sindaco Bruno per far finta di protestare ha funzionato a meraviglia”.
“Perfetto, altro obiettivo raggiunto, altre risorse e altre energie sottratte al nord e dedicate al Sud cagliaritano. Infine, dopo una occhiata alle aziende di Surigheddu e Mamuntanas, pronte ad essere svendute a qualche gruppo d’oltremare, è arrivato, sempre con codazzo di sindaco e compagnia, all’ospedale di Alghero. Qua si è un po meravigliato che la struttura sia ancora aperta e frequentata da moltissimi pazienti, ma è stato prontamente tranquillizzato”.
“Quello che stava guardando era solo ciò che restava di una antica struttura ospedaliera di una cinquantina di anni fa tenuta in piedi solo dalla caparbietà e bravura di tanti operatori sanitari e dalla volontà di tanti cittadini che non volevano rassegnarsi allo smantellamento previsto dalla riforma dei generali in carica Pigliaru-Arru. Per finire l’opera iniziata, smantellare per bene la sanità e traferire tutto verso sud o verso est, sarebbe necessario convincere gli algheresi che un ospedale nuovo a Cagliari è meglio di uno nuovo ad Alghero. Pare che, a questo punto, Bruno & C. stiano pensando di smontare la baraccopoli dalla 4 corsie e trasferire tutto davanti all’ospedale con fumogeni, fasce tricolori e bandiere al seguito per tentare l’impresa”.
“Il tour elettorale di Zedda a questo poteva dirsi concluso. Le macerie che gli avevano garantito ci sono, i collaboratori del posto che le spacciano come buon governo ci sono anche loro e lavorano per la causa. Una ultima tentazione però pare Zedda l’abbia avuta. Passare velocemente anche in via Mazzini, obiettivo sede PD. Anche li gli hanno raccontato che ci sarebbero macerie dovute a liste e candidature pilotate da Cagliari. Ma poi ha capito che quelli sono i danni collaterali del fuoco amico, e a quel punto ha preferito scappare verso il capoluogo del nord, per lui Las Plassas, per noi Sassari”.
Nella foto la tappa all’Ospedale
S.I.